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Visualizzazione dei post da maggio, 2024

domande p.551 e 554

  domande p.551: Fichte credeva che il soggetto concreto desiderava il mondo come indipendente da sé perché credeva che solo attraverso l'esperienza del mondo esterno poteva acquisire consapevolezza di sé stesso e della propria individualità. Secondo Fichte, il mondo esterno agisce come uno specchio attraverso il quale il soggetto può riflettere su se stesso e sulla propria esistenza, aiutandolo così a costruire la propria identità e a sviluppare la propria coscienza. In altre parole, il mondo esterno è essenziale per il soggetto concreto perché gli permette di conoscere se stesso e di crescere come individuo. Il principale obiettivo dell'Io per Fichte è quello di raggiungere un completo e totale autocontrollo e autodeterminazione. Questo significa che l'Io deve essere in grado di controllare e determinare completamente le proprie azioni e pensieri, senza essere influenzato da fattori esterni o condizionamenti. In altre parole, l'Io deve essere in grado di essere verame

Fichte

Fichte (1762-1814), noto filosofo tedesco sostenne diverse teorie: L'Io è un processo creativo ed infinito; La natura e il mondo non possono esistere senza dipendere dall'Io;   Il compito dell'uomo riguarda l'affermazione della propria libertà; L'uomo trova il suo fine nella società; Il primo pensiero riguarda l'Io come processo creativo ed infinito, il quale si articola in tre momenti: TESI:   l'Io pone se stesso e si rivela come attività auto creatrice. ANTITESI:  l'Io pone il non-Io, il quale viene prodotto da sé stesso come ostacolo alla sua indispensabile attività.  SINTESI:  l'Io oppone, nell'Io, all'io divisibile un non-Io divisibile, particolarizzandosi nei singolo io empirici e finiti contrapposti alla cose del mondo. La seconda opinione del filosofo riguarda la natura e il mondo, in particolare egli pensa che non possano esistere in modo indipendente dall'Io, il quale pone il non-Io e si determina come empirico grazie all' i

domande a p. 549

  domande: Per Fichte, la conseguenza principale della riduzione del mondo dell'esperienza a "rappresentazione" è che non possiamo più ritenere che esista un mondo esterno indipendente dalla nostra mente. In altre parole, non possiamo più credere che ci sia una realtà oggettiva là fuori, separata da noi stessi. Per Fichte, l'Io puro è il principio ontologico e logico fondamentale che sottende tutta la realtà. Secondo la sua filosofia, l'Io puro è l'entità che si autodetermina e si crea continuamente attraverso l'atto del pensiero. In altre parole, l'Io puro è la fonte da cui derivano tutte le altre forme dell'esistenza e il fondamento su cui si basa la realtà. Secondo Fichte, l'Io pone il non-Io necessariamente perché non può esistere senza di esso. L'Io è definito dalla sua relazione con il non-Io e viceversa. Senza il non-Io, l'Io non potrebbe esistere in quanto non avrebbe nessun punto di riferimento o contesto in cui esistere. Secon

Il problema estetico nella "Critica del giudizio" (Kant)

 Kant nella Critica del giudizio  analizza diversi aspetti: la facoltà del sentimento (= facoltà del giudizio) intesa come organo dei giudizi riflettenti , i quali si distinguono da i giudizi determinati ("determinano" l'oggetto fenomenico attraverso le molteplice categorie dell'intelletto) e si distinguono in giudizi estetici e teleologici; afferma che il giudizio estetico nasce dal sentimento (negativo o positivo) ed esso è contemplativo e disinteressato ed è anche universale , ovvero in tutti gli uomini esiste un s enso comune , il quale soglie il collegamento tra l'immagine della cosa e ne nostre esigenze di unità e finalità → la bellezza è nel soggetto che la percepisce. il sublime è il sentimento illimitato e si distingue in sublime matematico (grandezza della natura come oggetto) e in sublime dinamico (potenza della natura come oggetto) il giudizio teleologico deriva da un' esigenza insopprimibile del soggetto , il quale è portato a ipotizzare l