domande p.551 e 554

 domande p.551:

  1. Fichte credeva che il soggetto concreto desiderava il mondo come indipendente da sé perché credeva che solo attraverso l'esperienza del mondo esterno poteva acquisire consapevolezza di sé stesso e della propria individualità. Secondo Fichte, il mondo esterno agisce come uno specchio attraverso il quale il soggetto può riflettere su se stesso e sulla propria esistenza, aiutandolo così a costruire la propria identità e a sviluppare la propria coscienza. In altre parole, il mondo esterno è essenziale per il soggetto concreto perché gli permette di conoscere se stesso e di crescere come individuo.
  2. Il principale obiettivo dell'Io per Fichte è quello di raggiungere un completo e totale autocontrollo e autodeterminazione. Questo significa che l'Io deve essere in grado di controllare e determinare completamente le proprie azioni e pensieri, senza essere influenzato da fattori esterni o condizionamenti. In altre parole, l'Io deve essere in grado di essere veramente libero e autonomo, agendo in base alla propria volontà e ragione senza essere soggetto a costrizioni esterne. Questo autocontrollo e autodeterminazione sono considerati essenziali per raggiungere la felicità e la realizzazione personale.
  3. La vita dello spirito si qualifica come sforzo continuo per Fichte perché egli credeva che l'individuo dovesse costantemente impegnarsi nel cercare di superare sé stesso, sviluppando la propria consapevolezza e raggiungendo livelli più elevati di comprensione e realizzazione. Questo richiede un impegno costante, un continuo sforzo per superare le proprie limitazioni e raggiungere una maggiore armonia con il mondo circostante. In questo modo, la vita dello spirito diventa un percorso di crescita e autorealizzazione che richiede dedizione e determinazione costante.

domande p.554:

  1. Secondo Fichte, lo stato è un'istituzione creata dall'uomo per garantire l'ordine e la sicurezza della società. Essenzialmente, lo stato è una struttura politica che regola e organizza la convivenza dei cittadini attraverso leggi e regolamenti.
  2. Secondo Fichte, la storia e la filosofia sono entrambe indispensabili per la missione del dotto perché la storia ci aiuta a comprendere il passato e a imparare dagli errori del passato, mentre la filosofia ci aiuta a capire il significato e il senso profondo delle nostre azioni e delle nostre idee. Il dotto ha il compito di analizzare criticamente la storia e di cercare di capire il motivo per cui certi eventi si sono verificati. Allo stesso tempo, la filosofia gli permette di approfondire la sua comprensione del mondo e di se stesso, spingendolo a cercare la verità e a mettere in discussione le proprie convinzioni. In questo modo, la storia e la filosofia si completano a vicenda nel cammino del dotto verso la conoscenza e la verità, consentendogli di confrontarsi con le sfide del presente e di contribuire in modo significativo al progresso della società.

Commenti

Post popolari in questo blog

Il problema estetico nella "Critica del giudizio" (Kant)

Hobbes

Film: "Das Experiment - Cercasi cavie umane"