domande testi

T3:

  1. Il tempo non può esistere in autonomia
  2. Il tempo secondo Kant, non è altro che la forma del senso interno, ovvero un'intuizione dell'essere e del proprio stato interno.
  3. Il tempo è il modo universale con cui percepiamo gli oggetti (interni ed esterni), in quanto i dati del senso esterno arrivano all'individuo solamente tramite il senso interno e quindi sono anche essi organizzati secondo la forma a priori della temporalità.
  4. Kant utilizza questa espressione per sottolineare il fatto che secondo la sua opinione il tempo sia uno dei filtri della sensibilità con cui percepiamo le cose e di conseguenza esso non può appartenere a nessun oggetto.
  5. L'intuizione, nel contesto della filosofia kantiana, è volta a rinviare a rappresentazioni singolari o particolari.
  6. La concezione kantiana del tempo differisce da quella di Newton in quanto, Kant considera il tempo come un filtro della sensibilità con cui si percepiscono le cose e per questo motivo non è una prerogativa di nessun oggetto, invece per Newton il tempo è assoluto, vero e matematico, in quanto per la sua natura è senza relazione ad alcun oggetto e scorre uniformemente.

T4:

  1. Perché altrimenti verrebbe rappresentato che non potrebbe essere mai pensato, ovvero significa che la rappresentazione o sarebbe impossibile o non esisterebbe.
  2. Kant esclude l'esistenza di un "Me variopinto" in relazione alle varie rappresentazioni perché ritiene che il sé non debba essere identificato con le rappresentazioni che possediamo o con le esperienze che facciamo. Secondo Kant, il sé non può essere ridotto a una serie di percezioni mutevoli o a una successione di stati mentali diversi, ma dovrebbe essere considerato come un principio unitario e costante che unifica tutte le nostre esperienze e rappresentazioni. In questo senso, il sé non è soggetto alle variazioni delle nostre percezioni e dei nostri pensieri, ma rimane costante e invariabile al di là di esse.
  3. L'appercezione pura è la capacità razionale dell'intelletto di organizzare e interpretare le percezioni sensibili per formare la nostra conoscenza del mondo, mentre l'appercezione empirica si basa direttamente sull'esperienza sensibile.Secondo Kant, la natura dell'io penso è quella di essere un principio fondamentale della coscienza umana, che si trova alla base di ogni forma di conoscenza e di esperienza. L'io penso non è un concetto empirico, ma trascendentale, cioè un principio a priori che rende possibile l'accoglimento delle percezioni e delle rappresentazioni sensoriali. La funzione logico-formale dell'io penso per Kant è quella di essere un principio unitario e sintetico che conferisce coerenza e completezza alla nostra esperienza. L'io penso non è un contenuto della coscienza, ma una forma vacua che unisce e organizza i vari contenuti dell'esperienza in un sistema coerente di conoscenza. Senza l'io penso, non sarebbe possibile neanche la costruzione di un discorso logico o empirico, in quanto è l'io penso che fornisce la base su cui si fondano le regole della logica e della conoscenza.

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